Giornata della memoria 2024
l Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale, celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime della Shoah, voluta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1° novembre 2005 e istituita con la L. 211/2000.
Si è deciso di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Questa importante data viene celebrata in Italia dal 2001, dopo l’approvazione del Parlamento nel 2000 del disegno di legge volto a riconoscere questa ricorrenza.
Per non dimenticare le vicende che hanno coinvolto anche il popolo italiano, ricordiamo come tra il 1943 e il 1945, lontano dagli occhi e sotto quella che sembrava apparentemente una normale stazione, centinaia di deportati, uomini, donne e bambini, venivano caricati a forza su vagoni merci.
In un’area della Stazione Centrale di Milano, situata al di sotto dei binari ferroviari ordinari e originariamente adibita al carico e scarico dei vagoni postali, i deportati venivano strappati dalla loro vita, privati della loro identità e trasportati nei campi di concentramento, sterminio, raccolta e smistamento.
La sua posizione nascosta, al di sotto del manto stradale, permetteva all’esercito di eseguire nella maniera più discreta e nascosta possibile le partenze.
Una volta pieno, il vagone veniva sollevato silenziosamente con un montavagone tra i binari 18 e 19, appartenenti alla “vera” stazione dei tempi, dove veniva agganciato al carro locomotore per poi partire verso i campi di destinazione.
In ciascuno dei ventitré treni che partirono dal binario, vennero caricate e stipate con forza, usando calci, pugni e bastonate, dalle 50 alle 80 persone. Privi di finestre, cibo e acqua uomini, donne e bambini erano trattati come degli animali (se non peggio). Durante i sette giorni di viaggio erano costretti a procurarsi bagni e letti di fortuna, cercando di creare con unghie e mani delle fessure per poter respirare.
Partire era considerata una condanna a morte non annunciata. Famiglie vennero separate, storie d’amore spezzate, donne incinte costrette a dare alla luce i propri figli in condizioni disumane; questa era la realtà dell’epoca.
In questo luogo, dove ebbe tristemente inizio l’orrore della Shoah a Milano in cui, per anni, molte furono le persone costrette a partire e pochissime quelle a tornare, una delle poche superstiti, Liliana Segre, nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Mattarella, ha scelto come simbolo del silenzio del genere umano, di fronte a tali atrocità, la parola INDIFFERENZA, un termine rappresentante il sentimento che più di ogni altro ha fatto patire gli ebrei: l’indifferenza della gente nei confronti di ciò che stava accadendo.
In riferimento a tali riflessioni si riportano due testi poetici:
Olocausto di Barbara Sonek
Abbiamo suonato, abbiamo riso
eravamo amati.
Siamo stati strappati dalle braccia dei nostri
genitori e gettati nel fuoco.
Non eravamo altro che bambini.
Abbiamo avuto un futuro.
Saremmo diventati avvocati, rabbini, mogli, insegnanti, madri.
Avevamo dei sogni, quindi non avevamo speranze.
Siamo stati portati via nel cuore della notte come bestiame in macchina, senza aria per respirare soffocando, piangendo, morendo di fame, morendo.
Separato dal mondo per non esserci più.
Dalle ceneri, ascolta il nostro appello.
Questa atrocità per l'umanità non può ripetersi.
Ricordati di noi, perché eravamo i bambini i cui sogni e vite furono rubati.
Un paio di scarpette rosse
di Joyce Lussu
C’è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
“Schulze Monaco".
C’è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buchenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l’eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C’è un paio di scarpette rosse
a Buchenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.
Si invitano docenti e studenti ad approfondire le tematiche connesse alle ricorrenze anche attraverso i materiali e la bibliografia indicati nell’allegato alla presente, gent
ilmente predisposti dalla prof.ssa Ferrari.
Ultima revisione il 21-01-2024